Con l’introduzione del nuovo comma 8-bis dell’art. 119 del D.L. 34/2020, così come modificato all’art. 1, comma 28, lett. e) dalla legge n. 234 del 30 dicembre 2021 (legge di bilancio 2022), per gli interventi effettuati su unità immobiliari da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, è prevista la detrazione del 110 per cento per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, a condizione che alla data del 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo.
Questa modifica, approvata in extremis alla fine dello scorso anno, sembrava aver tranquillizzato i proprietari di abitazioni unifamiliari estendendo la precedente dead line del 30 giugno 2022 al 31 dicembre 2022, purché appunto entro la fine di giugno fossero stati effettuati almeno il 30% degli interventi previsti.
Come noto però, i primi mesi dell’anno 2022 sono stati forieri di nuove problematiche che hanno reso la scadenza del 30 giugno sempre più difficoltosa e stringente.
Molti proprietari, infatti, dapprima erano stati costretti ad attendere tale proroga per dare impulso agli interventi, ulteriori difficoltà sono state poi riscontrare nel reperimento sia di imprese che di professionisti da incaricare per l’effettuazione dei lavori, infine ulteriori ritardi sono sorti a causa della scarsità di materie prime e all’aumento dei costi a seguito della pandemia da covid-19, ora ulteriormente aggravati da nuovi ritardi e da un ulteriore aumento dei costi a seguito del conflitto russo-ucraino.
A tutte queste condizioni di mercato si era inoltre aggiunto un ulteriore ritardo dovuto alla immobilizzazione del settore bancario dovuto allo stop delle catene di cessioni per i crediti d’imposta da bonus edilizi introdotto all’art. 28 del Decreto Sostegni ter (D.l. n. 4 del 27.01.2022), poi fortunatamente corretto con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto legge n. 13 del 25 febbraio 2022. La modifica introdotta all’art. 1 del nuovo d.l. 13/2022, come sappiamo, ha concesso la possibilità di effettuare due ulteriori cessioni rispetto alla prima in favore di banche e intermediari finanziari. Per completare il quadro, si è aggiunto infine il ritardo nella pubblicazione del decreto prezzari (decreto n. 75/2022 del MITE) che ha allungato i tempi anche sulle asseverazioni dei professionisti.
Tutto questo ha portato ad incertezze nella programmazione dei lavori a medio e breve termine per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza delle unità unifamiliari.
Ma se dunque, allo stato attuale, il mercato sembra aver ritrovato la sua continuità, senza dubbio in questi mesi a causa di tutte le vicissitudini e le modifiche normative introdotte e poi corrette, molti proprietari di abitazioni unifamiliari hanno accumulato un sensibile ritardo nelle tabelle di marcia, tale da mettere in dubbio la possibilità di poter effettuare il 30% dei lavori entro la fine di giugno con il consequenziale rischio di perdere la possibilità di usufruire dell’agevolazione fiscale al 110%.
Nelle ultime settimane si sono susseguite varie dichiarazioni e pressioni parlamentari per ottenere una modifica delle scadenze. Una prima ipotesi prevede il mantenimento della scadenza finale al 31 dicembre 2022 ma con una totale eliminazione del termine previsto per il 30 giugno 2022 o un suo spostamento al successivo mese di settembre/ottobre; una seconda e più ottimistica ipotesi, prevede invece un allineamento con la scadenza finale prevista per i condomini e le abitazioni plurifamiliari prevista per il 31 dicembre 2023. Chiaramente, in base alla proroga effettuata è necessaria una diversa copertura economica.
Alcuni esponenti delle forze parlamentari miravano ad inserire queste nuove scadenze nel già citato d.l. n. 13 del 25 febbraio 2022 ma, come noto, tale introduzione non è avvenuta.
Tuttavia, come riportato da varie testate giornalistiche, si è assistito ad una sostanziale apertura in tal senso direttamente dal Governo, con un annuncio da parte del sottosegretario all’Economia Federico Freni, in risposta a una question time in commissione Finanze alla Camera del leghista Alberto Gusmeroli.
La richiesta ha messo in evidenza le difficoltà sopra citate, riscontrate da imprese e soggetti committenti ed ha chiesto di allineare i termini del 110% per le villette a quelli previsti per i lavori nei condomini.
Le richieste avanzate in commissione Finanze non sono cadute nel vuoto e il sottosegretario Freni ha sottolineato come il Governo stia valutando la proroga della scadenza del 30 giugno per le unifamiliari, sottolineando però la necessaria compatibilità con «le previsioni inserite nel documento di finanza pubblica per il 2022 in corso di predisposizione».
Come anticipato, questa apertura è frutto anche del pressing effettuato da tutte le forze di maggioranza che a più riprese sono tornate a chiedere un rilancio del 110% per le villette. Alle principali forze di maggioranza si è unita una parte del gruppo misto che ha presentato propri correttivi che tuttavia vanno tutti nella stessa direzione.
Lo scoglio principale, come anticipato, è rappresentato dalle risorse necessarie per effettuare tali modifiche che hanno un costo stimato di 450 milioni di euro.
Ad ogni modo, se il Governo dovesse decidere per la dilazione delle scadenze, sarebbe come sempre utile che i nuovi termini per le villette unifamiliari venissero approvati a breve termine. Questo perché la pianificazione degli interventi, le procedure di accesso al 110% e le misure restrittive sulla cessione dei bonus edilizi richiedono tempo.